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Il “mestiere” del…curatore d’arte

Primo step per entrare nel magico mondo della cultura è laurearsi in storia dell’arte: ne siete davvero sicuri?

Certo il grande Harald Szeemann aveva studi specifici in materia conseguiti a Berna e alla Sorbona di Parigi, ma venendo a tempi più prossimi ai nostri il mitico Hans Ulrich Olbrist ha un trascorso economico e addirittura Vittorio Sgarbi, piaccia o non piaccia, in filosofia.



Quindi se non siete storici dell’arte non disperate!

Le possibilità di diventare uno stimato curatore sono ancora tutte aperte.

Questo mestiere non è un’invenzione moderna: la sua nascita si può ascrivere al sedicesimo secolo, anche se la figura è cambiata moltissimo negli ultimi decenni.

Gli ambiti in cui è richiesta la supervisione di un curatore si sono infatti moltiplicati a dismisura: dall’arte al cibo, dalla musica al cinema.



L’obbiettivo?

Una valorizzazione estrema dei contenuti a tal punto che, tornando alle arti visive, alcuni grandi personaggi offuscano gli artisti stessi.

Insomma per dirla in parole povere si rischia che il grande pubblico si precipiti a visitare un’esposizione perché è stata organizzata da tizio o da caio, indipendentemente dalle opere esposte.



Certi critici hanno così denunciato questa esagerata iper-professionalizzazione, ma la sostanza non è cambiata. La figura del curatore è ancora molto richiesta da istituzioni ed aziende.

Non è avvenuta quell’implosione che in tanti avevano preannunciato. Il ruolo professionale del curatore è più vivo che mai ed anzi sta ampliando i propri orizzonti grazie all’evento della crypto arte.

Dall’offline al metaverso il passo è stato breve. La curatela di spazi digitali in cui vengano esposte opere NFT e non è una competenza sempre più richiesta.



Ma in sostanza cosa significa essere un “curatore”?

Se apriamo un qualsiasi vocabolario di lingua italiana ecco la definizione che troviamo: “Chi è delegato all'esercizio di particolari funzioni di assistenza, custodia, amministrazione e sorveglianza nei casi previsti dalla legge”.

Il curatore è chi si prende in carico lo sviluppo di un progetto, dai suoi albori fino alla sua conclusione.

Ciò è bene esplicitarlo perché chi è interessato a perseguire questa carriera potrebbe essere tratto in inganno: esistono centinaia di corsi che propongono la formazione in tale ambito. Alcuni a livello universitario, altri proposti da accademie o istituti privati di formazione, fino ad arrivare alle associazioni.

Un curatore non si occupa solo della ricerca scientifica alla base delle retrospettive: deve possedere competenze logistiche, di management, di gestione finanche doti contabili per far quadrare i conti.

Quindi la miglior formazione che si possa intraprendere è una sola: mettere le mani in pasta ed essere affiancati da chi, al di là del percorso di studio pregresso, abbia affrontato in prima persona tutta la serie di problematiche che un evento culturale, grande o piccolo che sia, porta con sé.

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